La Villa medicea di Poggio a Caiano: re, signori, intrighi e amori

Dal 2013 12 Ville e 2 Giardini Medicei della Toscana sono parte  del patrimonio mondiale dell’ UNESCO. Noi ci siamo promessi di visitare tutti questi capolavori fatti costruire dai Medici nel loro glorioso passato per poi raccontarveli qui sul blog. Abbiamo iniziato con la Villa di Poggio a Caiano, in Provincia di Prato, approfittando dell’iniziativa promossa dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali che ha in cura la villa e che per tre fine settimana a marzo 2014 ha autorizzato i custodi ad offrire – in modo totalmente gratuito – una visita guidata alle stanze dello splendido edificio.

Grazie alla simpatica custode che ci ha accompagnati abbiamo potuto ammirare le sale monumentali della villa, di perfetto stile rinascimentale giacché fu progettata dall’Architetto Giuliano Da Sangallo su richiesta di Lorenzo il Magnifico, ed abbiamo saputo degli intrighi e degli amori che nel passato si sono intrecciati proprio in questo luogo. Architettonicamente la Villa conserva il suo impianto rinascimentale ben evidente nelle simmetrie e nell’armonia delle proporzioni; i rimaneggiamenti avvenuti quando diventò dimora di caccia del Re Vittorio Emanuele II di Savoia durante il periodo in cui Firenze fu capitale d’Italia, riguardano fortunatamente solo il mobilio (di cui si nota immediatamente l’austerità piemontese), le decorazioni di alcune sale con i tipici trofei di caccia e gli stemmi sabaudi, e la creazione di una sala da biliardo al piano inferiore.

Sempre al piano inferiore, subito dopo l’ingresso, molto bello è il teatrino settecentesco, fatto costruire dalla moglie del Granduca Cosimo III, Margherita Luisa di Orléans che, abituata ai lussi e ai divertimenti della corte di Francia, si annoiava mortalmente nella Villa dove il marito geloso l’aveva relegata e volle quindi un luogo dove poter godere di musica e spettacoli teatrali.

Ma la Villa era utilizzata dai Medici soprattutto per ospitare le spose dei Granduchi alla vigilia delle nozze, che poi venivano celebrate in Firenze. Nella Villa visse anche Bianca Cappello, bellissima veneziana moglie di un giovanotto fiorentino squattrinato. Delusa dalle sue nozze, Bianca si innamorò del futuro Granduca Francesco I che era ancora celibe e che la corrispose. Alla morte (misteriosa) del marito, Bianca divenne l’amante di Francesco I che, nonostante nel frattempo si fosse sposato con Giovanna d’Austria per meri accordi politici,  la portò nella Villa di Poggio a Caiano dove ancora oggi è visibile l’appartamento di Bianca e la scala che conduceva alle stanze del Granduca tramite una porta segreta. Quando Francesco I rimase vedovo, finalmente i due amanti si sposarono e legalizzarono così la loro unione, ma dopo pochi anni morirono proprio nella Villa, a un giorno di distanza l’uno dall’altra: si disse di febbre malarica, ma molte furono le voci di avvelenamento per mano del fratello del Granduca, il Cardinale Ferdinando, voci che hanno alimentato studi ed indagini anche in epoca contemporanea. Sentire la storia raccontata nel luogo in cui si è svolta ha avuto onestamente un effetto molto suggestivo!

Durante il periodo napoleonico la Villa venne modificata secondo i canoni neoclassici (ne sono testimonianza numerosi affreschi nelle sale e lo scalone esterno a forma di tenaglia): fu soprattutto Elisa Baciocchi Bonaparte, sorella di Napoleone e Granduchessa di Toscana, ad impartire le modifiche e durante questo periodo il celebre violinista Niccolò Paganini, suo presunto  amante, tenne vari concerti nel teatro della Villa.

E le storie d’amore non sono finite qui: nelle sale superiori, oltre al magnifico Salone Leone X affrescato, tra gli altri, da Pontormo e Andrea del Sarto, sono visitabili gli appartamenti occupati nel periodo di Firenze Capitale dal Re Vittorio Emanuele II di Savoia e…dalla Bella Rosina. Infatti la popolana torinese, amante prediletta del Re che alla morte della moglie la sposò con matrimonio morganatico (né lei né eventuali figli nati dalle nozze avrebbero potuto vantare alcuna pretesa sui titoli e sui privilegi del Re), fu ospite della Villa di Poggio a Caiano durante le battute di caccia del regale marito. Rispetto alle austere stanze del re sabaudo, la camera da letto appartenuta a Rosina è molto delicata nei toni floreali del rosa e nei drappeggi  del baldacchino.

La visita si è conclusa nella Sala del Fregio, dove è appunto esposto il fregio originale del timpano della villa, in terracotta smaltata con pasta di vetro (quello visible adesso all’esterno è infatti una copia), composto da una settantina di figure che rappresentano il ciclo delle anime secondo il mito platonico.

Purtroppo all’interno non abbiamo potuto fare delle foto, vi lasciamo però con quelle dello splendido ed armonico esterno e del bel parco all’inglese. L’ingresso al giardino, alla villa e al Museo della Natura Morta ospitato all’interno è sempre gratuito, dunque non ci sono scuse per non organizzare una visita a questo tesoro di architettura e storia. Per gli orari di ingresso, qui il sito ufficiale. Le visite guidate non ci saranno se non a pagamento tramite guide professionali, ma speriamo che il nostro racconto possa un po’ accompagnarvi nella vostra scoperta di questo splendido goielllo architettonico del Rinascimento.

Dopo la visita abbiamo attraversato la strada a siamo andati a far merenda al Bar Roberta, a pochi passi dalla Villa: dalle 16:00 troverete bomboloni caldi alla crema chantilly e al cioccolato e chi come me ama il gelato si può concedere una coppetta o un cono con la tipica crema fiorentina Buontalenti, una gustosissima via di mezzo tra lo zabaione e il fiordilatte, che porta il nome del celebre Architetto della corte del Granduca Francesco I. Per un pomeriggio completamente dedicato ai Medici!

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