Tra i borghi del Pratomagno lungo la via del Castagno

Quando ho un po’ di tempo libero (e ultimamente ne ho davvero poco) cerco di scappare in montagna per camminare un po’ e cancellare il più possibile lo stress accumulato in certi periodi. La montagna per antonomasia per me è il Pratomagno, il massiccio montuoso che divide il Valdarno dal Casentino, dove sin da piccola i miei genitori mi portavano alla neve,  a mangiare la schiacciata di Chiassaia, o a passare le domeniche estive con una coperta e un cestino da pic nic.

Spesso in coppia o con amici saliamo sul crinale dove si aprono i suoi grandi prati o arriviamo fino alla Croce, lassù in cima a 1592 mt.. L’ultima volta abbiamo invece deciso di camminare lungo la Via del Castagno, seguendo un itinerario semplice, senza troppe salite, per toccare quattro borghi della montagna, ognuno idilliaco e peculiare.

Il percorso è un anello di circa 12 km,  gli alti alberi di castagno  caratterizzano buona parte del bosco su cui si snoda e per questo capirete subito che non siamo troppo in altura (altrimenti troveremmo faggete e abetine).  In estate è quasi completamente ombreggiato, dunque si sta al fresco anche se l’altitudine è limitata.

Ci siamo stati in agosto ma vogliamo tornarci anche in autunno perché con i colori del fall foliage l’atmosfera deve essere fiabesca! Ecco qui a seguire i dettagli del sentiero, compresa anche la traccia registrata con il GPS.

 Tappa 1 – Da Poggio di Loro  (626 mt.) a Gorgiti (644 mt.)

Abbiamo lasciato la macchina nel borgo di Poggio di Loro, il più vicino alla valle e a Loro Ciuffenna sul cui territorio comunale insiste questa parte della montagna. Poggio di Loro è graziosissimo, un borgo montano con le sue casette in pietra, i vicoli e le piazzette ben curati. A metà agosto la Sagra della Pulenda (la polenta di farina di castagne tipica della zona) anima il borgo per un intero fine settimana: segnatevela, noi ci siamo stati e i piatti sono ottimi a prezzi più che giusti. In inverno invece è famosa la Festa dei 100 ceppi: a inizio novembre, in preparazione al buio e al freddo che arrivano a grandi passi, si accendono i fuochi all’interno dei ceppi degli alberi disseminati per tutto il paese:  l’effetto magico è strepitoso!

Da Poggio di Loro abbiamo superato una cappellina che ci siamo lasciati sulla sinistra, camminato poche decine di metri e poi imboccata a sinistra la Via del Castagno. Dopo aver camminato per circa 40 minuti all’ombra dei castagni, siamo arrivati al secondo borgo, quello di Gorgiti. Qui si inizia a sentire il gorgoglio delle acque, perché il paesino  è attraversato dal Torrente Ciuffenna che scorre verso la valle. Abbiamo passato il ponte sul torrente e proseguito a destra, sempre sulla via del Castagno, in direzione Rocca Ricciarda.

Tappa 2 – Da Gorgiti (644 mt.) a Rocca Ricciarda (957 mt.)

Qui secondo me il sentiero dà il suo massimo, in due sensi: il primo è quello della la bellezza. Il cammino si snoda lungo il torrente, che scroscia e zampilla e  a cui ci si può avvicinare in vari punti. Lo scorrere dell’acqua ha scavato nel letto del fiume delle vere e proprie vasche, dove in estate è facile trovare gente a fare il bagno e dove – se non si ha il coraggio di entrare del tutto – si possono immergere almeno i piedi: l’effetto rivitalizzante alle gambe è assicurato! Le chiome degli alberi al vento fanno intravedere degli sprazzi di cielo e le pendici del Pratomagno,  lo zampillio delle acque crea un atmosfera di  incanto.

Il secondo senso è quello della fatica, perché dopo aver attraversato un ponticello di legno, inizia la salita a Rocca Ricciarda e ci sono degli strappi che richiedono un po’ di impegno e resistenza. Niente di impossibile però le gambe si fanno un po’ sentire. In cima comunque c’è la ricompensa: una vista incantevole spazia su tutto il Valdarno, fino ai monti del Chianti e all’Amiata.

Siamo così giunti a Rocca Ricciarda, uno dei borghi più affascinanti del Pratomagno. Il suo nome deriva dallo sperone roccioso che la domina, su cui nel Medioevo sorgeva un castello (oggi sono visibili solo i resti delle mura). Il paesino è idilliaco, con le sue casette in pietra curatissime, adornate con piante di ortensie e vasi di gerani e affacciate su un unico vicolo che si percorre a piedi.  Alla fine della stradina, l’Osteria della Rocca è un ottimo posticino dove fermarsi per pranzo o per uno spuntino: non perdetevi la schiacciata del posto, i piatti a base di funghi e le frittelle di farina di castagne, che sono sensazionali.

Tappa 3 – Da Rocca Ricciarda (957 mt.) a San Clemente in Valle (545 mt.)

Si scende! Lasciato il borgo di Rocca Ricciarda abbiamo preso il sentiero CAI n. 21 che dalla strada asfaltata si dirama in discesa sulla destra. Dopo pochi metri si arriva ad un ponte in pietra da cui si può ammirare il vecchio mulino del borgo. La strada procede in costante discesa, oltrepassa il cimitero e continua a scendere. Non ci sono punti difficili e si resta sempre abbastanza all’ombra. Abbiamo proseguito fino ad imboccare la strada bianca forestale. Qui si aprono due possibilità: se la si percorre a destra, si torna rapidamente a Poggio di Loro e si completa subito l’anello. Se invece si imbocca a sinistra e si prosegue per qualche centinaio di metri, prendendo poi il primo bivio a destra, si arriva a un altro borgo montano, quello di San Clemente in Valle. Anch’esso caratterizzato dalle sue casette in pietra, è contornato di orti ed oliveti. Da non perdere a metà luglio la Sagra della Ribollita (tanto c’è fresco e va giù che è un piacere!).

Tappa 4 – Da San Clemente in Valle (545 mt.) a Poggio di Loro (626 mt.)

Ultima salita sempre sul sentiero CAI n. 21, ultimo sforzo lungo gli orti e gli oliveti che costeggiano l’abitato di San Clemente per  tornare all’inizio del percorso, a Poggio di Loro. Appena arrivati ci siamo fermati alla fontanella a bere e a riposarci un po’ pensando che alla fine, ridendo e scherzando abbiamo percorso oltre 12 chilometri. Certo che immersi nella bellezza del Pratomagno pesano molto meno!

Scarica la nostra traccia GPS che abbiamo registrato in questo trekking cliccando qui sotto:

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