L’Abbazia di Farneta, un gioiello alla porte di Cortona

Era da molto tempo che volevo visitare l’Abbazia di Farneta, vicino a Cortona, e finalmente domenica scorsa lo abbiamo fatto in compagnia del primo sole tiepido della stagione. Al primo impatto non è scenografica come altre in Toscana, ma la sua visita è invece una di quelle che lasciano un segno profondo.  Si capisce che quello che ci si appresta a visitare è un vero gioiello storico ed artistico non appena ci si avvicina alla Chiesa e si iniziano a leggere le informazioni su questo luogo (noi abbiamo incontrato un signore carinissimo fuori dall’edificio, che esercita come guida turistica e che vende a un paio di Euro una miniguida informativa che ci è risultata molto utile).

L’edificio è antichissimo, risale addirittura al IX secolo e personalmente mi ha colpito molto essere di fronte ad una Chiesa preromanica, uno stile che non ho avuto spesso l’occasione di ammirare. A forma di T (tau), cioè di una croce senza il capo, ha le absidi rivolte ad oriente verso la luce, simbolo del Redentore, come da antica tradizione. Nel Medioevo venne arricchita e visitata da Papi ed Imperatori, nel Cinquecento passò sotto il controllo dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, ma successivamente fu sempre più lasciata andare e mutilata (nell’Ottocento venne abbattuto anche il campanile), fino ai restauri avvenuti dal 1940 al 1944. L’interno è stato riportato da questi lavori alla pura semplicità preromanica e molto belle sono le vetrate istoriate delle absidi, ma la parte che più ci ha impressionato è stata sicuramente la cripta.

Risalente anch’essa al IX secolo venne riscoperta nel 1940, quando i lavori liberarono il sotterraneo  dalle ossa dei morti accatastati (sembra che nel passato ci venissero portate le persone affette da epidemie come la peste e che quindi fosse diventata una sorta di fossa comune), dalla terra, dai detriti, dall’acqua e dai serpenti. La cripta ha una forma veramente particolare: le due celle laterali sono a forma di trifoglio, mentre quella centrale è a quadrifoglio.

In ognuna delle tre celle le volte a botte o a crociera sono sorrette da colonne che risalgono al periodo romano, una delle quali, in granito rosa di Assuan, è veramente splendida. Camminare nella penombra della cripta è suggestivo ed emozionante e vale l’intera visita. Mi ha fatto molto pensare che proprio dal 1940 al 1944, mentre la Toscana, l’Italia e l’Europa intera erano sconvolte dalla guerra e dall’occupazione nazista, a Farneta si lavorava per riportare alla luce questo gioiello straordinario, a cui è stata finalmente restituita la sua dignità di Abbazia nel 1974.

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