Arezzo

Casentino: i 10 luoghi più belli da visitare

Quando si pensa alla Toscana, vengono subito in mente le dolci colline del Chianti o le città d’arte, eppure, esiste un’altra anima di questa regione, quasi nascosta: il Casentino. Qui il paesaggio è dominato da immense foreste, punteggiate da monasteri che invitano al silenzio e da castelli che raccontano storie di battaglie e potere.

Un viaggio in questa valle è un’occasione per staccare davvero la spina e ritrovare un contatto più profondo con la natura, con la storia e con una spiritualità che si respira nell’aria. Insieme, andremo alla scoperta dell’identità vera di questa terra, che è riuscita a conservarsi splendidamente nel tempo.

Il Castello di Poppi: lo sguardo dei potenti sulla valle

La prima cosa che colpisce del Castello di Poppi è la sua posizione elevata. La sua imponente architettura in pietra ricorda molto da vicino il Palazzo Vecchio di Firenze, e non è un caso, visto che a progettarlo furono architetti del calibro di Arnolfo di Cambio. Entrare nel castello è come fare un salto nel tempo: il cortile d’onore è il cuore pulsante da cui si accede a tutti gli ambienti, tra cui la cappella, splendidamente affrescata da Taddeo Gaddi, un allievo di Giotto, a dimostrazione che anche in una fortezza la fede aveva un ruolo centrale.

Ma non era solo un luogo di potere e preghiera, infatti, la presenza della Biblioteca Rilliana ci racconta del grande valore dato anche alla cultura e alla conservazione del sapere. Salendo sulla torre, infine, si comprende la grande estensione del territorio controllato, una conferma visiva di quanto Poppi sia stato per secoli il cuore politico e militare del Casentino.

Il Santuario della Verna: dove la natura e lo spirito si incontrano

La fama mondiale del Santuario della Verna e la sua importanza per la cristianità nascono da un unico, incredibile evento: qui, nel 1224, San Francesco d’Assisi avrebbe ricevuto le stimmate. Questo episodio ha trasformato per sempre un promontorio roccioso del Monte Penna in una delle mete di pellegrinaggio più sentite al mondo. L’ambiente naturale, così selvaggio e isolato, non è solo una cornice, ma è parte integrante della potente atmosfera di sacralità che si percepisce in ogni angolo.

Dal punto di vista artistico, le opere in terracotta di Andrea della Robbia rappresentano una vera e propria Bibbia a colori che racconta, con una delicatezza straordinaria, le vite di Cristo e di San Francesco. Inoltre, i visitatori possono camminare lungo il suggestivo Corridoio delle Stimmate, o raccogliersi in silenzio davanti al Sasso Spicco, l’enorme roccia sotto cui il santo amava pregare. È proprio questa fusione perfetta tra arte, storia e natura a rendere La Verna un’esperienza così profonda.

Camaldoli: i due modi di vivere la fede

Immerso tra gli alberi secolari, il complesso di Camaldoli, fondato da San Romualdo, offre una visione unica della vita monastica, basata su due modi di vivere completamente diversi ma collegati. A valle si trova il Monastero, il centro della vita comunitaria e lavorativa. Qui i monaci vivono insieme, gestiscono le proprietà, accolgono i visitatori e portano avanti attività storiche come quella dell’Antica Farmacia, dove da secoli studiano e utilizzano le erbe officinali del bosco. La sua chiesa, inoltre, custodisce opere d’arte importanti, tra cui alcuni lavori di Giorgio Vasari.

Più in alto, in una posizione più isolata, sorge il Sacro Eremo, il cuore contemplativo della comunità. I monaci che scelgono questa via vivono da soli, in piccole celle, dedicando le loro giornate alla preghiera e al silenzio. Questa netta divisione ha permesso non solo di dare una forma unica all’ordine camaldolese, ma ha anche creato nei secoli un rapporto speciale con la foresta, curata e gestita con rispetto perché indispensabile per la vita di entrambe le comunità.

Stia e l’arte della lana

Ai piedi del Monte Falterona, Stia è da sempre conosciuto come il borgo più laborioso del Casentino. Il suo centro storico si snoda attorno alla lunga Piazza Tanucci, con i suoi bei portici che per secoli hanno ospitato il mercato più importante della valle, vero e proprio salotto per la vita della comunità.

La fama di Stia, però, è legata a doppio filo a un prodotto inconfondibile: il “Panno Casentino”. Si tratta di un tessuto di lana molto resistente, che si riconosce subito per il suo aspetto “a riccioli” e per i suoi colori accesi, come l’arancione e il verde. Per capire fino in fondo quanto sia importante questa tradizione, merita una visita il Museo dell’Arte della Lana, che spiega passo dopo passo come nasce questo tessuto. Camminare oggi per le strade di Stia significa ancora respirare un’atmosfera autentica, dove il saper fare artigiano è un pezzo vivo dell’identità del paese.

Il complesso di Romena: storia e fede sulla stessa collina

Vicino a Pratovecchio, il complesso di Romena racconta una doppia storia: in cima alla collina, i resti del Castello ci parlano di un passato potente, quando era una delle fortezze dei Conti Guidi. La sua storia si intreccia con quella di Dante Alighieri, che si dice abbia vissuto qui durante il suo esilio, trovando ispirazione per il personaggio del falsario Mastro Adamo.

Scendendo poco più in basso, si scopre un altro tesoro: la Pieve di San Pietro, uno degli esempi più puri e toccanti di architettura romanica in Toscana. All’interno, lo sguardo viene catturato dai capitelli delle colonne, ognuno scolpito con una fantasia incredibile di figure umane, animali e simboli, che sembrano un libro di pietra sul pensiero medievale. La sensazione di pace che si prova è frutto della luce soffusa che entra dalle piccole finestre e della semplicità della pietra serena.

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

foto cervi

Il cuore verde del Casentino è senza dubbio il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Questo immenso patrimonio naturale comprende la Riserva di Sasso Fratino, una foresta di faggi talmente antica e intatta da essere stata riconosciuta come Patrimonio UNESCO. Avventurarsi lungo i suoi sentieri significa entrare in un mondo di silenzio e bellezza, dove si possono incontrare alberi monumentali come faggi, abeti bianchi e aceri.

Il parco è anche la casa di una ricca fauna selvatica, ed è facile incontrare cervi, daini e caprioli, o intravedere le tracce del lupo appenninico, oltre a tantissime specie di uccelli. Queste foreste sono l’esempio perfetto di come l’uomo, in questo caso i monaci di Camaldoli che le hanno curate per secoli, possa convivere in armonia con la natura, proteggendola e valorizzandola.

Bibbiena: il cuore pulsante della valle

Bibbiena è il centro più grande e vivace del Casentino. A differenza dei piccoli borghi di montagna, qui si respira un’aria da città, con un centro storico ricco di bei palazzi nobiliari. Tra questi spicca il Palazzo Dovizi, che fu la casa del cardinale Bernardo Dovizi, un personaggio di spicco del Rinascimento, amico di Raffaello e segretario di Papa Leone X.

Anche l’arte ha un ruolo di primo piano: nella chiesa di San Lorenzo si possono ammirare due capolavori in terracotta di Andrea della Robbia, un’Adorazione dei Pastori e una Deposizione, che ci ricordano come l’arte del Rinascimento fosse arrivata a diffondersi in tutta la valle. Bibbiena offre quindi uno sguardo diverso sul Casentino, quello di un centro più dinamico e moderno, ma non per questo meno ricco di storia.

Raggiolo: il borgo costruito in la pietra

Il piccolo borgo di Raggiolo, uno dei “Borghi più Belli d’Italia”, è un gioiello di architettura di montagna. Il paese sembra aggrappato a un pendio ripidissimo ed è fatto interamente di pietra locale, con un insieme di vicoli stretti, scalinate e passaggi coperti che collegano le case. Dopo aver rischiato di diventare un paese fantasma, Raggiolo è stato recuperato con grande cura, riuscendo a mantenere intatta la sua atmosfera unica.

Per secoli, la vita qui è dipesa interamente da una risorsa: la castagna. Era il cibo, la moneta, il cuore dell’economia locale e per capire questo legame profondo, si può visitare l’Ecomuseo della Castagna, che attraverso un percorso nel borgo racconta come si svolgeva questa vita semplice e autosufficiente.

Pratovecchio: l’anima antica tra due monasteri

Anche se oggi è unito a Stia, Pratovecchio ha una sua identità ben precisa e una storia tutta sua. La sua vita è stata da sempre segnata dalla presenza di due importanti complessi religiosi: il Monastero di San Giovanni Evangelista, casa per secoli delle monache domenicane, e la chiesa di Santa Maria a Poppiena, tutto ciò che resta di un antico monastero dei monaci vallombrosani. Grazie alla sua posizione centrale e alla vicinanza con il Parco Nazionale, Pratovecchio è un ottimo punto di partenza per partire all’esplorazione di tutta la valle.

La Pieve di Socana: un viaggio nel tempo fino agli Etruschi

L’ultima tappa del nostro viaggio ci porta indietro nel tempo, alle radici più profonde del Casentino. La Pieve di Socana è un luogo incredibile, perché qui le diverse epoche della storia sono letteralmente sovrapposte, come si può vedere dall’abside della chiesa cristiana che è stata costruita esattamente sopra le fondamenta di un tempio etrusco, quasi a voler ereditare la sacralità di quel luogo.

A rendere tutto ancora più affascinante c’è l’imponente campanile cilindrico, una forma davvero insolita che fa pensare a influenze bizantine o tardo-antiche. Visitare Socana non è solo vedere una bella chiesa, ma è come leggere un libro di storia scritto con le pietre, ripercorrendo un cammino che dagli Etruschi arriva fino al cristianesimo e ci mostra come ogni epoca abbia lasciato la sua traccia.

 

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