Esiste un angolo della costa toscana dove il lusso non si manifesta nell’ostentazione, ma nella quiete e nello spazio. È un promontorio che si protende nel Tirreno quasi con timidezza, custodendo gelosamente le sue ville immerse nel verde della macchia mediterranea e un orizzonte di mare aperto. Questo luogo non si svela subito, ma chiede di essere compreso, esplorato con calma, lontano dalla frenesia di altre mete più celebri della Maremma. In questo luogo si ha la sensazione che il passato non sia mai trascorso, ma che continui a respirare attraverso le rovine, in un equilibrio perfetto con il paesaggio naturale.
Scegliere di trascorrere del tempo ad Ansedonia significa abbracciare una filosofia di viaggio che privilegia la qualità dell’esperienza, unendo la scoperta culturale al relax più autentico. La sua conformazione, che da un’unica altura domina la distesa sabbiosa della Feniglia, la complessa geometria della Laguna di Orbetello e l’imponente sagoma dell’Argentario, ne fa un punto di osservazione privilegiato. Da qui si parte per un percorso che intreccia la grandezza di Roma, l’ingegno degli etruschi e la bellezza di un ambiente naturale ancora profondamente integro.
L’antica città di Cosa: dialoghi con la storia
Per comprendere l’anima profonda di Ansedonia è necessario salire sulla sommità del suo colle, dove le rovine dell’antica città latina di Cosa narrano una storia di potere e strategia. Fondata nel III secolo a.C. su un precedente sito etrusco, la sua funzione era chiara: essere l’occhio di Roma sul mare, un bastione a controllo delle rotte commerciali e dei territori interni. Passeggiare oggi all’interno del suo perimetro è un’esperienza immersiva: le mura ciclopiche, costruite con massi poligonali di grandissime dimensioni, non sono solo un sistema difensivo, ma la prima dichiarazione della forza e della capacità costruttiva dei suoi fondatori.
Il sistema stradale è ancora leggibile e guida il visitatore attraverso quello che un tempo era il Foro, centro della vita cittadina, e tra i resti delle domus patrizie. L’apice emotivo della visita si raggiunge sull’Arce, l’area sacra dove sorgeva il Capitolium. Da qui, il panorama si apre in tutta la sua magnificenza, e si può comprendere quanto sia strategica la scelta del luogo. La vista spazia dal Tombolo della Feniglia fino alle isole dell’arcipelago, offrendo una mappa vivente del territorio.
Per decifrare appieno i dettagli di questa antica civiltà, non si può saltare la visita al Museo Archeologico Nazionale di Cosa, che raccoglie i frammenti della vita quotidiana e dell’arte di allora, come ceramiche, utensili e le splendide decorazioni dei templi, i quali permettono di ricomporre la storia di una colonia romana florida e di fondamentale importanza storica per l’espansione nell’Etruria.
La costa e le sue invenzioni d’acqua
Scendendo verso il litorale, il racconto della storia lascia spazio a quello del mare. Il blu intenso del mare di Ansedonia si insinua tra le rocce e la sabbia, creando un paesaggio costiero variegato e ricco di fascino. Per chi si avventura con maschera e boccaglio, il mare qui offre uno spettacolo doppio: da un lato, la limpidezza delle acque permette di ammirare la vita che anima gli scogli; dall’altro, nuotando lungo il fianco orientale del promontorio, ci si imbatte in un’opera di ingegneria antica e grandiosa. È la Tagliata Etrusca, un sistema di canali romani ideato per gestire il fragile rapporto tra il mare e la vicina laguna, una testimonianza storica visibile tra le onde.
A pochi passi da queste opere, la roccia nasconde uno dei luoghi più suggestivi e misteriosi del litorale: lo spacco della regina Ansedonia. Più che una semplice grotta, è uno squarcio profondo e stretto che taglia la scogliera, un luogo dove la luce del sole penetra a fatica e il suono delle onde viene amplificato, creando un’atmosfera quasi sacra. La leggenda narra che fosse il bagno privato di una sovrana etrusca, ma la sua origine è legata al complesso sistema di canali romani, probabilmente come emissario o parte di un impianto per l’allevamento ittico. Visitarlo significa calarsi in una dimensione diversa, dove la forza della natura e l’intelligenza degli antichi costruttori si incontrano in un connubio di rara potenza evocativa.
Le spiagge: due anime per un unico litorale
La reputazione delle spiagge di Ansedonia si fonda su una dualità che permette di soddisfare desideri diversi: da un lato la natura addomesticata e i servizi, dall’altro l’anima più selvaggia e solitaria. Verso ovest, il Tombolo della Feniglia disegna un arco perfetto di sabbia dorata che si allunga per chilometri, unendo il continente al Monte Argentario. È la spiaggia della comodità, con fondali bassi e sicuri, e un’alternanza tra stabilimenti balneari ben attrezzati a lunghi tratti di spiaggia libera, ideale per lunghe passeggiate sul bagnasciuga e per le famiglie. Ma la vera magia della Feniglia risiede nella Riserva Naturale alle sue spalle: arrivare al mare dopo aver percorso in bicicletta i sentieri ombrosi della pineta, un’oasi protetta dove vivono daini e altre specie animali, è un rituale che arricchisce l’intera giornata.
Il versante est offre invece un’esperienza diversa: la spiaggia della Tagliata è più intima, caratterizzata da scogli levigati e da un contatto più diretto con l’elemento roccioso. È il luogo preferito da chi cerca tranquillità e un paesaggio meno convenzionale. Proprio in queste zone più appartate, magari in piccole cale raggiungibili con un po’ di attenzione, la sabbia chiara e finissima, unita a una particolare trasparenza dell’acqua, crea dei punti luce eccezionali. L’effetto è quello di una sorprendente spiaggia bianca Ansedonia, un’immagine quasi abbagliante dove il colore della sabbia crea un contrasto cromatico vibrante con le infinite sfumature del mare e del verde della vegetazione circostante.
Oltre il promontorio: esplorare il cuore della Maremma
Considerare Ansedonia solo come una meta balneare sarebbe riduttivo, infatti, la sua posizione ne fa il baricentro di un territorio che invita all’esplorazione. Percorrendo i sentieri della Duna Feniglia, tra i suoi silenzi e i suoi capanni di osservazione, si ha la sensazione che la pineta faccia da sipario a uno scenario ancora più grandioso. Alle sue spalle, infatti, si apre il vasto specchio d’acqua della Laguna di Orbetello, un’oasi protetta dal WWF che in primavera e autunno si tinge del rosa dei fenicotteri, confermandosi un autentico paradiso per gli uccelli migratori.
Basta spostarsi di pochi chilometri per scoprire il fascino di Orbetello, sospesa sull’acqua, con il suo corso vivace e i ristoranti dove gustare le specialità lagunari. Guardando verso il mare, il Monte Argentario chiama con il suo profilo aspro e le sue strade panoramiche che si snodano tra ville e calette nascoste, conducendo ai porti di Porto Ercole e Porto Santo Stefano. Se invece si cerca l’eco della storia in un contesto diverso, il borgo medievale di Capalbio sorge a breve distanza, arroccato su una collina, con i suoi vicoli lastricati e i suoi camminamenti di ronda perfettamente conservati, che offre uno spaccato di un’altra Toscana, più rurale ma altrettanto sofisticata.
Ma l’esplorazione si arricchisce anche di altre dimensioni: quella artistica, con le monumentali e colorate sculture del vicino Giardino dei Tarocchi, e quella enogastronomica. Assaporare i prodotti della laguna, come la pregiata bottarga di Orbetello, o degustare i vini bianchi della Costa d’Argento, significa aggiungere un tassello fondamentale all’esperienza del viaggio.
Da Ansedonia, dunque, si apre un ampio ventaglio di esplorazioni quotidiane, consolidando il suo ruolo di punto di partenza privilegiato per avventurarsi tra le bellezze conosciute e inedite della costa d’argento.