Weekend in Valtiberina, tra borghi ed opere d’arte senza tempo

Un weekend in Valtiberina, dove il Tevere percorre i chilometri iniziali del suo lungo viaggio che lo porterà a Roma,  tra borghi antichi e armoniosi che spiccano per opere d’arte dal valore immenso: da Piero della Francesca, a Donatello, all’incontro straordinario con Caravaggio, tutto l’itinerario ci ha parlato di bellezza e meraviglia.

A cavallo tra l’estrema parte orientale della Toscana e l’Umbria, la Valtiberina è una delle quattro vallate della Provincia di Arezzo, dalla caratteristica forma ad anfiteatro essendo una grande piana elegantemente incorniciata dai monti dell’Appennino Tosco-Romagnolo. L’abbiamo scoperta con un itinerario attraverso il bello, non solo del paesaggio naturale e dei borghi medievali che caratterizzano la zona, ma anche in senso più propriamente artistico: qui si trovano infatti opere d’arte di livello eccelso che è affascinante ed emozionante potere ammirare non dentro le gallerie d’arte delle grandi città, ma in spazi più raccolti e lontani dalle folle.

La Valtiberina e la sua conformazione naturale ad anfiteatro

Prima Tappa – Sansepolcro, città di Piero della Francesca
Siamo partiti dal centro più importante della Valtiberina, ossia Sansepolcro, il cui nome deriva dalla leggenda che attribuisce la fondazione della città a due pellegrini che al ritorno dalla Terra Santa costruirono una cappella per custodire delle reliquie portate da Gerusalemme. Intorno alla cappella si sviluppò un paese, un “borgo” che per l’origine delle reliquie fu chiamato del “Santo Sepolcro” e da lì Sansepolcro. Ancora oggi i suoi abitanti e in generale molti di noi che viviamo in Provincia di Arezzo chiamiamo la città con il nome de “Il Borgo”  (ad esempio è comune sentire dire: “Andiamo al Borgo domenica?”, oppure “Il fidanzato della Tizia è un ragazzo del Borgo”).

Verso il Museo Civico per il nostro incontro con Piero della Francesca

Sansepolcro fiorì nel Medioevo ed ancora oggi, all’interno delle sue mura perfettamente conservate, si possono incontrare splendidi palazzi medievali e rinascimentali dai raffinati elementi architettonici, chiese, torri e campanili. Dopo aver fatto una passeggiata tra le eleganti vie del centro ci siamo diretti verso l’incontro con il figlio più famoso e importante della città: Piero della Francesca. L’artista, uno dei massimi esponenti del Rinascimento e maestro assoluto di armonia e misura, è il protagonista del Museo Civico che ospita due sue opere fondamentali:
 il Polittico della Misericordia e la  Resurrezione di Cristo, l’affresco che è stato definito “Il dipinto più bello del mondo“.

La resurrezione di Cristo – Credits Museo Civico Sansepolcro

Chi ha detto ciò? Anche Vittorio Sgarbi, ma non è stato il primo. Durante la seconda guerra mondiale Sanspeolcro avrebbe dovuto essere bombardata dagli inglesi che stavano incalzando i tedeschi in ritirata. Il comandante britannico a capo dell’artiglieria aveva letto che in quel borgo toscano si trovava la Resurrezione, tanto ammirata dall’autore del libro su cui aveva studiato da giovane e che l’aveva definita appunto la più bella pittura al mondo. Così dette l’ordine di non attaccare per evitare di distruggerla.
Per fortuna i tedeschi avevano già abbandonato il Borgo e il comandante non incorse in punizioni per aver disatteso un ordine. Il dipinto più bello del mondo era salvo ed ancora oggi troneggia all’interno del Museo in tutta la sua armonia, forza e potenza. E’ attualmente in fase di restauro ma comunque visibile da dietro un vetro e credeteci, vale da solo tutto il viaggio.
Inoltre fino al 4 giugno 2017 il Museo Civico ha un ospite di riguardo: Michelangelo Merisi da Caravaggio, il maestro della luce e delle ombre, nonché del realismo drammatico,  che con il suo Ragazzo morso dal ramarro è il protagonista della mostra “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio“. Qui tutte le informazioni.
Piero e Caravaggio da quando studiavo al Liceo sono i miei artisti più amati e ho girato l’Italia e l’Europa per cercare di vedere da vicino quante più opere possibile di entrambi. Ecco… averli nella stessa stanza è stato un tuffo al cuore.

Il Palio della Balestra, che si disputa ogni anno a Sansepolcro nel mese di Settembre

E dal 10 giugno 2017  si aprirà una nuova mostra, dedicata al matematico Luca Pacioli, anch’egli nativo di Sansepolcro, e ai suoi rapporti artistici con Piero della Francesca e Leonardo da Vinci.

Seconda tappa – Monterchi e la Madonna del Parto
Usciti dal Museo Civico di Sansepolcro con gli occhi pieni di tanta bellezza, abbiamo voluto rincarare la dose.  Lasciata la città, abbiamo guidato dalla pianura verso le colline ai confini con l’Umbria per arrivare nel borgo di Monterchi, che svetta saldamente arroccato sulle pendici collinari di questo angolo di Toscana. E’ una terra inquieta, questa estrema propaggine della Provincia di Arezzo, dove i terremoti hanno spesso distrutto quanto costruito sall’uomo. L’ultimo, avvenuto nel 1917 proprio a Monterchi, è particolarmente ricordato quest’anno che ne ricorre il centenario. Il borgo conserva comunque un aspetto medievale, con le sue stradine strette, la cinta muraria ancora ben conservata,  le botteghe e il silenzio che avvolge il visitatore e lo riporta indietro nel tempo.

Il borgo di Monterchi dalla Chiesa di Santa Maria a Momentana

Ma Monterchi è famosa sopratutto per l’affresco della Madonna del Parto di Piero della Francesca, la cui mamma era nativa proprio di questo piccolissimo borgo. Anticamente il dipinto, la cui committenza resta sconosciuta, era collocato nella Pieve di Sana Maria a Momentana, dove oggi si trova il cimitero del paese. In occasione dell’allargamento del camposanto venne spostato e poi restaurato varie volte, l’ultima negli anni ’90. Da allora è collocato ai piedi del paese, nei locali delle vecchie scuole.

L’armonia della simmetria e della misura, i colori, il volto della Madonna, tutto è pura bellezza. Anche se ovviamente questo capolavoro può essere apprezzato ovunque lo si esponga, ci piace immaginare la sua presenza nella piccola chiesetta di campagna, dove riceveva le visite delle donne incinte che pregavano la Madonna affinché, in tempi dove l’assistenza medica era quella che era,  tutto andasse bene al momento del parto. 
Qui le informazioni sugli orari di apertura dello spazio espositivo e sui biglietti.

Terza tappa – Sconfinamento a Citerna, gioiello della Valtiberina umbra

Da Monterchi a Citerna, inserito nella lista dei borghi più belli di Italia, ci sono una manciata di chilometri su una piacevole strada collinare, perciò abbiamo deciso di sconfinare nella vicina Umbria per visitare questo gioiellino medievale graziosamente conservato. Siamo entrati nei magazzini del vecchio convento francescano, detti “ammassi” poiché qui gli abitanti ammassavano le provviste durante i lunghi assedi, scatenati dalla posizione di vedetta dela città, che era desiderata da tutte le potenze vicine.  Abbiamo incontrato un gruppo di cittadini che riuniti in Associazione, ci hanno fatto da guida e spiegato con dovizia di particolari tutti i tesori che questo borgo custodisce: i palazzi nobiliari, il vecchio monastero, il piccolo teatro ancora in uso, ma soprattutto le opere d’arte all’interno della Chiesa di Francesco, dove non si può non emozionarsi davanti alla statua della “Madonna con bambino” di Donatello.

L’incantevole Madonna con bambino di Donatello

L’opera venne scoperta da una giovane ricercatrice, Laura Ciferri, che all’inizio degli anni 2000 mentre stava censendo i manufatti in terracotta realizzati in Umbria nel 1400 e 1500, notò nella statua della Madonna incontrata a Citerna, una grazia e una bellezza che comprese essere opera di una mano raffinata. Gli studi successivi hanno attribuito con certezza la statua a Donatello e i restauri all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze hanno riportato alla luce la qualità dei colori e la raffinatezza dell’esecuzione. Il signore che ci faceva da guida ci ha detto che quando era un ragazzo, tra i suoi compiti di chierichetto c’era anche quello di spolverare le statue della chiesa e tante volte ha passato il panno sulla Madonna di terracotta col bambino, ma mai avrebbe immaginato di trovarsi al cospetto di un’opera d’arte così pregiata.

All’interno della Chiesa si possono ammirare anche un affresco della scuola di Luca Signorelli (la “Madonna con bambino e due santi“, con due meravigliosi angioletti nella parte soprastante) e una tavola rappresentante “La Deposizione”  del Pomarancio.

Citerna

Ulteriori tesori sono custoditi all’interno dell’altra chiesa del borgo, quella di San Michelle Arcangelo, dove abbiamo ammirato una terracotta di scuola robbiana raffigurante una Madonna con Bambino, e un altro dipinto di Pomarancio, l’intensa “Crocefissione”.
Un borgo piccolissimo che è un vero scrigno d’arte: tante opere di grande pregio a pochi passi l’una dall’altra, un museo diffuso racchiuso tra viuzze ordinate e scorci sulla campagna umbra da un lato e toscana dall’altro.

Quarta tappa – Anghiari
Lasciata Citerna siamo rientrati nella Valtiberina toscana e, attraversando appunto il magnifico anfiteatro che è la valle dell’Alto Tevere, siamo andati verso l’incantevole borgo di Anghiari, dove abbiamo concluso la giornata e a cui abbiamo dedicato un intero post che potete leggere qui.

Siamo tornati a casa con la sensazione di pace e di piena soddisfazione che la bellezza naturale, insieme a quella creata dall’uomo, sanno donare al corpo e allo spirito con la piena consapevolezza che se c’è qualcosa che salverà questo disgraziato mondo, questa cosa può essere solo il bello e l’apprendere a riconoscerlo e a prendersene cura.

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