Tra le colline di Reggello, alla scoperta delle Pievi matildine

Era da tempo che volevo fare un giro nei colli fiorentini  in autunno, in questa stagione di mezzo in cui il paesaggio si tinge di colori caldi e meravigliosi  e le temperature nelle ore centrali sono ancora clementi e permettono di passare un po’ di tempo all’aperto. Per questo domenica siamo partiti alla volta di Reggello (FI), per un’escursione paesaggistica ma soprattutto culturale: abbiamo infatti snodato il nostro itinerario tra le Pievi romaniche fondate nel Medioevo per volontà della Contessa Matilde di Canossa.  Tra l’XI e  il XII secolo la potente nobildonna estendeva i suoi domini su un vasto territorio che andava dalla Toscana alla Lombardia e che includeva tutto l’Appennino tosco-emiliano. Profondamente cattolica, nonché alleata del Papa nella lotta per le investiture contro l’Imperatore,  fondò diverse chiese nelle terre da lei dominate.

La più famosa delle Pievi matildine del reggellese è sicuramente quella di San Pietro a Cascia, paese che si incontra sulla strada che da Figline Valdarno porta a Reggello. La Pieve domina la piazza centrale con il suo arioso portico (l’unico che conserva la struttura originale) e la sua massiccia torre campanaria, a destra della Chiesa. Cascia è  nota agli appassionati di arte perché nel suo Museo di Arte Sacra, che si trova dietro la Pieve, può essere ammirato il Trittico di San Giovenale di Masaccio, opera giovanile dell’artista nato a San Giovanni Valdarno (AR), ritrovata nel 1961 in pessime condizioni nella chiesetta del paesino di San Giovenale, poco distante da Reggello. Chi ama l’arte non può perdersi  “quest’opera difficile e quasi scontrosa dipinta da un principiante geniale per una parrocchia di campagna” (Paolucci), che rimane uno dei più rappresentativi esempi del primo Rinascimento. Aldilà degli aspetti prettamente artistici, questa è una delle dimostrazioni del fatto che la Toscana  mostra capolavori e opere d’arte in tutto l’insieme del suo territorio, non solo nei grandi musei fiorentini o delle principali città della regione, ma anche negli angoli più suggestivi delle sue campagne.

Abbiamo proseguito poi in direzione Donnini per visitare altre due Pievi matildine: quella di Sant’Agata ad Arfoli è immersa nella quiete dei colli reggellesi e si affaccia su una terrazza naturale da cui si ammira un magnifico panorama sulla sottostante valle dell’Arno e sui Monti del Chianti, che si ergono dall’altra parte della valle.

Infine abbiamo visitato la Pieve di Pitiana, parte di un complesso artistico a cui appartiene anche una villa che in passato doveva essere veramente molto bella e suggestiva. Adesso pare abbandonata e purtroppo i segni del tempo sono vistosi. La Pieve è invece ben conservata, ha anch’essa il caratteristico portico e le linee severe del bellissmo e inconfondibile stile romanico.

L’itinerario è breve e può essere coperto comodamente in un pomeriggio. Avendo più tempo e proseguendo verso la montagna del Pratomagno, si può abbinare una visita alla splendida Abbazia di Vallombrosa o un trekking nella Foresta di Sant’Antonio.

E a fine giornata, non bisogna dimenticare di fare tappa a Reggello e di sedersi al “Caffè della Foffa”,  per un aperitivo, una cioccolata calda o un thè accompagnato da uno squisito dolce!


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