Sul massiccio del Pratomagno

Per noi abitanti del Valdarno aretino e fiorentino il Pratomagno è semplicemente “la montagna”. Lo vediamo dalle finestre di casa, questo massiccio montuoso che si estende come un contrafforte della dorsale appenninica tosco-emiliana e che divide la vallata valdarnese dal Casentino. In inverno la sua vetta dominata dalla grande Croce in ferro a 1592 metri di altitudine si ricopre di neve, che spesso scende anche sulle pendici ma che sulla cima appare come un cappello bianco, forte e compatto. In primavera ed estate è il verde dei boschi di faggi, castagni, abeti e querce e dei suoi immensi prati (da cui prende il nome) a stagliarsi verso il cielo ed in autunno i suoi alberi si vestono di tutte le sfumature dei colori più caldi.

Non solo la natura magnifica abita la nostra montagna: verso sera si accendono lungo i suoi fianchi le luci dei piccoli paesi che impreziosiscono il paesaggio e la vita quotidiana di questo angolo di Toscana tutto da scoprire! Se non lo avete ancora fatto, concedetevi una gita giornaliera o anche di più giorni sul Pratomagno: i suoi sentieri, i suoi fiumi e ruscelli, i suoi villaggi in pietra e i deliziosi prodotti tipici che per noi sono un’istituzione, vi conquisteranno. Ecco i nostri consigli su cosa fare, vedere e assaporare sul versante valdarnese della montagna (con un piccolo sconfinamento in territorio casentinese).

  • CAMMINARE TRA BOSCHI E VALLI – ogni stagione è buona per una passeggiata tra i sentieri del Pratomagno, ben segnalati e curati. In inverno fino a tarda primavera è possibile trovare la neve: non ci sono impianti sciistici, ma è un’ottima idea fare una bella ciaspolata o un trekking, che va bene in ogni stagione. In estate sarà l’occasione per distendervi e godere del meritato riposo sui grandi prati, incontrare le mucche e i cavalli che pascolano in libertà e raccogliere fragole di bosco e lamponi, in autunno i colori del fall foliage vi conquisteranno, in primavera i boschi si ammantano di vita e i prati profumano di fiori: bellissimi sono gli esemplari di orchidee selvatiche che potrete trovare lungo i sentieri. Per avere qualche idea sui percorsi su cui incamminarsi, qui un nostro itinerario con traccia gps annessa.
  • SCOPRIRE LE ROVINE DELLA BADIA DI SANTA TRINITA IN ALPE – seguendo l’itinerario suggerito al punto precedente si arriva alle rovine in un’abbazia medievale immersa nella foresta a circa 950 metri di altitudine, in territorio casentinese (siamo infatti nel comune di Talla). La Badia venne fondata nell’Alto Medioevo in una zona strategica che al tempo era crocevia di importanti vie di comunicazione. Tra il 1000 e il 1100 arrivò ad esercitare la sua giurisdizione su un vasto territorio ma successivamente, come molte altre Abbazie toscane, iniziò anche per essa il declino.  Già dal 1600 l’edificio venne abbandonato e purtroppo i segni di questa fine sono sin troppo evidenti. Nonostante questo è suggestivo vederne spuntare i resti dal fitto del bosco e sostare nella quiete del posto per riposarsi un po’, magari immaginando come doveva essere il complesso monastico nel periodo medievale, quando monaci, pellegrini e viandanti giungevano ad avvistarla dopo un lungo cammino nelle foreste…
  • VISITARE L’ABBAZIA DI VALLOMBROSA – Se di Santa Trinita non restano che rovine, non si può dire lo stesso dell’imponente abbazia di Vallombrosa, nel Comune di Reggello (FI). Il complesso monastico è immerso nella foresta incontaminata che è stata dichiarata Riserva Biogenetica Naturale. D’estate i prati antistanti l’abbazia sono il luogo ideale per scappare dalla calura estiva e in ogni stagione l’Antica Farmacia dei Monaci vende marmellate, liquori, saponi naturali e cioccolate artigianali! Qui la nostra visita in dettaglio.
  • DIVORARE – LETTERALMENTE – LA SCHIACCIATA DI CHIASSAIA – Non esageriamo dicendo che se la assaggiate la sbranerete! Cercate il piccolo paese di Chiassaia sulla mappa del Pratomagno (andate a Loro Ciuffenna sul fondovalle e seguite le indicazioni per le frazioni montane), salite curva dopo curva e arrivati sul post parcheggiate la macchina nello spazio antistante la Chiesetta o lungo la strada. Entrate nel negozio di alimentari locale e ogni giorno troverete la più buona schiacciata che sia mai stata concepita! Il fornaio lavora proprio davanti al negozio ogni notte. Da mangiare da sola o ripiena di affettati o formaggio, è semplicemente meravigliosa. Il negozietto ha anche dei tavoli interni ed esterni per mangiare la vostra delizia con calma e gustarvela con un buon bicchiere di vino. Semplicemente DA NON PERDERE!
  • ASSAGGIARE LE FRITTELLE DI FARINA DI CASTAGNA A ROCCA RICCIARDA – Altro paesino, altra delizia. Per me Rocca Ricciarda, che sorge abbarbicata su un grande macigno a oltre 900 metri di altezza, così caparbia e fiabesca, è il borgo montano del Pratomagno più affascinante. Le casette tutte ristrutturate e interamente in pietra, vicine le une alle altre e attraversate in lunghezza da uno stretto vicolo, sono un invito a restare, a sognare un camino acceso in inverno o un terrazzo fresco in estate, con una vista incantevole sulle pendici della montagna fino, più in lontananza ai Monti del Chianti, al cono del Monte Amiata e alla punta del Cetona. Oltre all’incanto del luogo, un altro motivo per far visita alla Rocca sono le deliziose frittelle alla farina di castagne, ripiene di ricotta, che potete trovare all’osteria del paese proprio all’inizio del borgo. Viene l’acquolina in bocca a vederle…pensate a mangiarle. Stre-pi-to-se!
  • FARE UN BAGNO NELLE PISCINE NATURALI DI GORGITI – Nelle giornate d’estate, quando sul fondovalle infuria la canicola, è tradizione salire su in Pratomagno sempre verso la piccola frazione di Gorgiti a fare il bagno nelle freschissime (talvolta proprio gelide!) acque del torrente Ciuffenna che nella sua corsa dalle pendici della montagna verso la valle forma delle trasparenti piscine naturali. Ce ne sono molte, basta fare due passi seguendo il corso d’acqua per trovare il vostro buen retiro.
  • VISITARE IL GRAZIOSO BORGO DI POGGIO DI LORO – Un altro paesino montano che merita una visita è Poggio di Loro, a circa 600 metri di altitudine. Ci si arriva procedendo da Loro Ciuffenna, lungo una strada costeggiata di olivi, a dimostrazione che in questa parte delle pendici montane il clima è mite e ben riparato. Il borgo è di origini medievali, percorso da stradine, vicoletti che si snodano tra le casette in pietra. Molto suggestiva è la “Festa dei 100 ceppi” che prepara all’arrivo dell’inverno e che si tiene ogni anno a novembre: ceppi di legna vengono accesi ed illuminano il borgo avvolto nell’aria autunnale, mentre vengono serviti i prodotti tipici della montagna come le schiacciate, i dolci a base di castagne, accompagnati da vino e vin brulé.

Speriamo di aver solleticato la curiosità verso questo ambiente montano peculiare e che possiate camminare presto sui crinali di quella che per noi è e resta “la Montagna”.

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